Dalla spesa quotidiana a internet la rete della Milano generosa

7 Marzo 2021

Le associazioni di quartiere, le iniziative dei singoli fino al Terzo settore

Milan col coeur in man. Diciamolo subito così ci liberiamo del luogo comune. Che peraltro, come non pochi luoghi comuni, contiene una gran verità. E la vicenda della coppia con figli raccontata da Repubblica lo testimonia. Ma della gara di aiuti si parla nell'articolo sopra. Qui cerchiamo un po' di allargare il discorso, renderlo più generale, sentendo chi da tempo si occupa di solidarietà, da un anno in qua combattendo le nuove povertà causa Covid.

Cristina Campanini, medico di famiglia a Porta Romana, giusto all'inizio della pandemia ha fondato l'onlus Aiutilty: «Mi ha spinto un dato di fatto: in zona è pieno di anziani che non possono uscire né sanno fare la spesa online. Come aiutarli? Ho creato questa associazione con sede nel mio studio: un'ottantina di persone che seguono un centinaio di famiglie, spesso segnalate dalle parrocchie, in tutto, dalla alfabetizzazione di stranieri alla raccolta nei negozi di cibo invenduto o in scadenza che redistribuiamo, dato che spesso poter mangiare è la prima cosa che ci viene chiesta. Siamo pur sempre la città dove Pane Quotidiano cucina 3.500 pasti al giorno. Ma cerchiamo anche di dare dignità: a Pasqua ci stiamo organizzando per un pranzo dove ci siano anche uova per i bambini e giochi. Cerchiamo di essere come una locanda: arrivi quando sei stanco e affamato, riparti quando puoi».

E la dignità non è fatta solo di cibo, ma anche di cose in apparenza più futili come internet, «che in realtà ormai è un diritto, come l'acqua», dice Alice Arienta, zona San Siro, consigliere comunale pd, «ma soprattutto madre di tre figli», che si occupa assai nel periodo di digital divide: «Un problema doppio. A volte riguarda dispositivi come pc e telefonini, che non ci sono o sono obsoleti, a volte è l'abbonamento che non c'è o il segnale che non arriva. Spesso rimediano i dirigenti scolastici, dato che il problema riguarda anzitutto i giovani, ma si può e si deve fare di più. Esistono tante reti di quartiere, penso a quella del Giambellino, ma ci dobbiamo impegnare che restino aldilà della politica e al di là della singola emergenza. La forza di associazioni così è che sai chi aiutare e quindi sei più propenso a farlo, e che la vergogna e la paura che in tanti hanno a chiedere aiuto si superano più facilmente».

Un problema con cui ha lottato anche la Caritas: «Grazie agli Empori solidali - ci spiegano dall'ente legato alla diocesi - chi ha bisogno viene a fare una vera spesa, non riceve pacchi viveri utilissimi, ma spesso vissuti come una mortificazione. Per questo si dovrà sempre più puntare, accanto all'aiuto concreto dei bisogni del momento, ad aiutare la gente a recuperare dignità e a cavarsela da sè: il nostro fondo "Diamo lavoro" finanzia tirocini retribuiti nelle tante aziende che hanno deciso di darci una mano. Perché accanto a tanti piccoli donatori, anche il mondo dell'economia si è fatto avanti, in quest'anno».

Luigi Bolognini - La Repubblica

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